C’era una volta una scrittura nata già vecchia.
Una strada dai contorni vuoti.
Sensazioni oscure, colori spenti.
Paure.
Pregne.
Di una forma che si è tramutata in sostanza.
Era come sostituire la droga al cibo,
il relax al sonno.
Uno stato di veglia costante.
Anche se sognavamo.
La normalità conosciuta era crollata sotto il peso
di un insicurezza fatta abbondanza e cambiamento.
Nulla più esisteva,
nulla di sicuro,
solo la certezza di essere qualcosa di infinitamente piccolo
ma enormemente grande.
Come spiegare come
il mio corpo, mio cuore
mia anima.
Lo Spirito.
Chi vive
chi sopravvive
chi muore.
Esplosioni di racconti controversi
Inimicizie fatte scandalo
Contatti laminati
Di piombo
Che taglia a metà il dolore.
Ancora l’emozione.
Prima o poi sommo gaudio,
Poi è il terrore.
dell' orrore.
Quell' orrore.
E pensavo di poter volare via così. Come piuma arsa dal
vento.
Accettare
Come sempre
L’inaccettabile.
Il peso del mondo
Quel peso d’amore.
Dovessi farcela.
Non puoi finire come
merilyn.
Perché devo sopravvivere.
E costruire.
Portare lei,
accompagnarla alla luce.
Che utopia!
Che fantasia!
Mi hanno sempre insegnato il contrario.
Tutto giusto
Qui Il mondo è in
ritardo
Ma dentro me
Tutto è sempre esistito.
Ho sempre saputo.
Sognato.
Non mi devi fare così.
Non è con me che te la devi prendere.
Come spiegartelo.
La foto di mio fratello morto.
Sorridente, il sole, a bordo piscina.
Musiche eterne.
Cedere ai tuoi occhi
Al tuo sorriso.
Aver paura di guardarti fino in fondo,
Potrei rovinare ancora.
Tutto.
Sergio 012
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